Chi siamo:
Un’equipe di professioniste e ci occupiamo da anni del benessere e del sostegno alle donne nell’esperienza della gravidanza e della maternità

A chi ci rivolgiamo:

  • alle donne che vivono la gravidanza con disagio, ansia o intense preoccupazioni
  • alle donne che hanno vissuto l’esperienza di una gravidanza interrotta

Perché:

  • la gravidanza a volte è vissuta in condizioni difficili, per problemi relazionali con il partner o con la famiglia, per disagi economici, per una sofferenza psicologica preesistente o che emerge durante la gravidanza stessa
  • l’aborto può essere un evento doloroso, stressante e traumatico che la donna a volte affronta in solitudine

Sono momenti delicati nella vita di una donna, che meritano ascolto e vicinanza.

Per informazioni e appuntamenti:
Chiara: 3358790797
E-mail: donneinascolto2015@gmail.com

Vissuti emotivi legati alla gravidanza

Nella coppia il legame si esprime anche nella generatività, intesa come investimento progettuale nella genitorialità.

La sessualità, ovvero l’espressione della femminilità e mascolinità di ciascuno, è generalmente fondata sulla condivisione, sulla fiducia, sull’intimità e il desiderio di rendere l’altro partecipe dei propri vissuti.

In particolare, per la donna il rapporto sessuale diventa luogo fecondo di quel vissuto corporeo speciale e particolare che è la gravidanza, compito che la natura le ha attribuito, ma che non sempre è sentito come sintonico e coerente con i suoi pensieri, le emozioni, gli affetti, i progetti preesistenti e l’investimento futuro.

Per questo, spesso la gravidanza porta con sé vissuti ambivalenti, un senso di perdita dell’identità e della propria libertà: la donna può avere la sensazione di essere intrappolata nel suo stesso corpo oppure, al contrario, riversa su di esso tutte le energie a disposizione.

Non si può dire che esista continuità tra le emozioni in gravidanza e quelle che seguiranno il parto, poiché non vi è continuità di affetti tra questi due momenti.

Certamente, le emozioni in gravidanza sono complesse da gestire, soprattutto quando l’ansia e l’angoscia, sono scatenate da esperienze precedenti di abbandono, paura e  conflitti che vengono da lontano, dalla storia personale della neo-mamma.

Spesso tali sentimenti si trasformano in domande che riguardano il futuro: ce la farò? Sarò una buona madre? Mio figlio sarà normale? Potrò ancora andare a lavorare?

Queste domande, in realtà, sono autentiche e preziose perché permettono alla donna di accedere coscientemente a ciò che la preoccupa e spaventa, permettendole un percorso di consapevolezza che la aiuterà a far pace con il proprio corpo e con i tanti compiti che è chiamata a svolgere.

La sensibilità che scaturisce dall’esperienza di maternità è utile in senso “sociale”, nella comunità più allargata, non solo nella coppia o nella famiglia che sta vivendo da vicino l’evento della gravidanza.

Infatti, tale sensibilità è all’origine dell’attenzione nei confronti dei più deboli, predispone alla cura, spinge a lottare per amore di un ideale e si trasforma in energia a servizio dell’altro.

Insomma, la gravidanza contribuisce ad alimentare quel sentimento sociale che rappresenta la misura della normalità e della naturale appartenenza ad un contesto comunitario che dovrebbe farsi protettore di tale preziosa fragilità.

Perciò, sapere che la paura tanto quanto la rabbia, il pianto tanto quanto l’eccitazione e l’euforia fanno parte, a pari merito, del vissuto emotivo e affettivo di una madre, aiuta la donna ad accedere più consapevolmente al proprio mondo interno, sapendo che la gravidanza è un fatto sociale che si può condividere, soprattutto quando è sentita come rischiosa, indesiderata, pericolosa per sé o per la coppia.

Dott.ssa Maria Chiara Zaccaro

Quando la gravidanza si interrompe

Una gravidanza che si interrompe, per ragioni naturali o per la decisione della donna, è un lutto. Una parte vitale della donna se ne va.

Tutti i lutti necessitano di un tempo di elaborazione e di uno spazio di ascolto. A volte è sufficiente lo spazio che ciascuno di noi riesce a fare dentro di sé, dove poter trattenere il bello dell’esperienza ormai chiusa e lasciar andare il resto. Ma a volte, anzi spesso, abbiamo bisogno di metabolizzare la perdita insieme con qualcuno; abbiamo bisogno del sostegno di almeno una persona disposta ad entrare nel nostro vissuto, che ci ascolta senza giudicare, che non affretta i nostri tempi, che aspetta senza anticipare le nostre decisioni.

Ma quando una gravidanza si interrompe, è frequente che questa condivisione manchi. È un lutto senza una tomba sulla quale piangere, senza un rito di saluto, spesso sottovalutato; a volte, nel caso dell’interruzione volontaria, la donna vive anche un senso di colpa o di inadeguatezza che rende ulteriormente difficile il superamento della sofferenza. Spesso le persone vicine fanno pressione alla donna affinché ella dimentichi il prima possibile e forse non sanno che per superare un dolore è necessario attraversarlo fino in fondo, per tutto il tempo che serve, preferibilmente mano nella mano con qualcuno che sia disposto ad ascoltare e a sostenere.

Può capitare, inoltre, che dopo una o più gravidanze interrotte la donna sviluppi timori circa la propria capacità generativa e tema di non poter vivere una vita completa, come donna, nella coppia e nella società.

Il percorso psicologico che offriamo è orientato a dare spazio, ascolto e sostegno alle donne che hanno vissuto una gravidanza interrotta. Lavoriamo affinché la donna possa gradualmente elaborare la perdita e che quell’esperienza non diventi paralizzante. La donna può, con il tempo, riscoprire i propri desideri, fare nuovi sogni, lanciarsi in altri progetti: non importa che si tratti di una nuova gravidanza, di un rinnovato entusiasmo per il proprio lavoro, della scoperta di un hobby o dell’investimento sulla vita affettiva o di coppia; l’importante è recuperare lo slancio vitale e fiducioso, che non può prescindere dal rispetto e dall’accettazione di sé.

Dott.ssa Chiara Covri